Stampa questa pagina

1911A1 e difesa

Ormai ha quasi un secolo di vita ma non lo dimostra, stiamo parlando della vecchia e austera Colt 1911A1, gloriosa protagonista in innumerevoli campi di battaglia e, ad oggi, arma più copiata e clonata del mondo. Ma, a questo punto, una domanda sorge spontanea, essa è ancora in grado di dire la sua nel difficile mondo della difesa? Partiamo ad analizzare brevemente il calibro classico che ne camera la versione naturale, per così dire, il 45ACP chiamato anche 45auto. Indubbiamente questa cartuccia grossa e grassa è capace di lanciare una palla del considerevole peso di 230 grani che, anche in versione blindata (ricordiamo che in Italia i proiettili espansivi sono vietati), è in grado di scaricare sul bersaglio una forte energia cinetica trasferita quasi interamente allo stesso. Ne consegue che, senza dubbio, tale pallottola sia ancora capace di dire la sua nonostante la concorrenza di successi commerciali come il 40S&W. Passiamo all'arma, intesa come il modello monofilare (ne esistono anche versioni bifilari, ad esempio Paraordnance, ma non sono d'interesse nel presente articolo), trattasi di una meccanica a singola azione dove è necessario che il cane sia armato per esplodere il primo colpo. Quindi, chi è dotato di porto d'armi per difesa, sarà costretto a portare la sua 911 o con camera di scoppio vuota scarrellando al bisogno, o con cane in posizione di tiro e sicura manuale inserita. Nonostante quello che si potrebbe pensare, quest'ultima condizione (detta "one", uno) è abbastanza ortodossa perchè, oltre al dispositivo dianzi elencato, è in funzione la sicura automatica all'impugnatura. Certo che, se la pistola risulta sprovvista di blocco al percussore, un guasto al controcane provocherebbe sicuramente lo sparo accidentale, ecco perchè gli americani dicono che tale componente dev'essere a prova di bomba! Per converso, nella prima modalità, il semplice gesto di tirare indietro la slitta potrebbe divenire un'impresa ardua in condizioni di stress da combattimento, specialmente con mani sudate. Vi sarebbe anche un ulteriore modo di allestire la 1911A1, con munizione in canna e cane abbattuto o sulla mezza monta. All'occorrenza andrebbe azionato con un rapido colpo di pollice. Personalmente nutriamo seri dubbi anche sulla praticità e sicurezza, soprattutto, di questo metodo. Crediamo quindi che, attualmente, chi ha l'onere di doversi portare dietro un'arma, abbia molte altre scelte possibili, ad esempio Glock, Beretta 98FS, HK USP, Sig Sauer 226, solo per citarne alcune tra le full size, tutte armi la cui caratteristica principale è la prontezza di sparo. Tuttavia, se ragioniamo sul discorso difesa abitativa, le cose cambiano. In caso di pericolo l'utilizzatore ha il tempo di approntare l'arma al fuoco e quindi, i discorsi su menzionati, diventano irrilevanti. Resta da considerare un ulteriore aspetto, ovvero la limitata capienza del caricatore monofilare di soli 7 colpi che suggerisce, pertanto, di tenerne sempre uno di scorta. Negli ultimi anni stiamo assistendo ad un ritorno di fiamma del mondo militare e di polizia verso la 1911A1. La Kimber è riuscita infatti ad ottenere commesse importanti con il LAPD e l' U.S. Marine Corps Special Operations Command Detachment 1. C'è da dire però che queste realtà sono lontane mille miglia dal settore civile e, in tal caso, ci troviamo al cospetto di impieghi speciali della pistola. Comunque sia resta un punto a favore che rimette in gioco la sempiterna signora da una pensione che gli andava indubbiamente stretta.

Recensione anche nell'area Alto Collezionismo.