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Il semiautomatico a canna liscia

Analiziamo le tre tipologie di fucile semiautomatico esistenti.

IL SEMIAUTOMATICO A LUNGO RINCULO


Il capostipite di questa famiglia è il sistema a lungo rinculo ( ideato da J.M. Browning con L’ AUTO 5) o comunemente detto a “Mollone”, un valido esempio di questo concetto lo ritroviamo nel famoso Franchi 48Al.
Oltre alla Franchi un’altra importantissima azienda che ha contribuito al successo di questo sistema è stata la gloriosa Breda.
Passiamo nel dettaglio: il sistema, di per sè semplice ma strutturalmente complesso, prevede una canna che all’atto dello sparo arretra insieme all’otturatore (sono vincolati) e, quando la pressione nel tubo di sparo scende a livelli di sicurezza, avviene lo svincolo tra essa e quest'ultimo, espellendo il bossolo spento e incamerando una nuova cartuccia prelevata dal serbatoio.
Il ritorno della canna avviene per mezzo di una molla posta esternamente al caricatore tubolare, al cui apice è posto un anello mobile d'acciaio che presenta due facce: la prima piana, la seconda concava, su questo componente viene applicato un altro anello d'ottone avvolto, a sua volta, da una mezza fascia di acciaio, quest’ultimo e’ il freno di canna. Entrambi hanno un diametro leggermente inferiore al tubo del serbatoio, in modo da creare un certo attrito sullo stesso.
Ed è proprio l’attrito uno dei punti dolenti del sistema a lungo rinculo.
I due lati dell’anello d'acciaio hanno le loro rispettive funzioni, mettendo la faccia piana a contatto con il freno; quest’ultimo avrà meno resistenza iniziale nel comprimere la molla, pratica idonea per lo sparo e il riarmo di cartucce a bassa potenza come le 30 grammi; mettendo invece la parte concava a contatto con il freno si crea maggiore attrito allo stesso in fase di compressione della molla, garantendo un rinculo piu’ dolce con cartucce piu’ potenti come le 34/36 grammi.
Nonostante questi accorgimenti gli inceppamenti erano all’ordine del giorno, infatti non mancava mai la munizione un po’ piu’ fiacca…. anni fa la produzione delle cartucce non era accurata come ai giorni nostri, era pratica sovente la ricarica domestica delle stesse, piu’ per necessità che per altro.
Oggi, usando buone munizioni, si puo’ affrontare una giornata di caccia senza problemi.
Altra nota dolente è la frequente, ma non assidua, rottura dei legni dovuta sia al rinculo sia alle masse mobili in movimento.
Nonostante cio’ è un'arma che ha fatto storia.

IL SEMIAUTOMATICO A PRESA DI GAS


Annoverando Il Remington come il primo fucile che ha utilizzato questo sistema, analizeremo il semiauto piu’ famoso che sfrutta tale concetto, il Beretta 300/1/2/3, passando al recentissimo Urika.
La meccanica a recupero di gas (di derivazione militare) ha normalmente i suoi pro e contro; tra i fattori positivi abbiamo un rinculo molto piu’ dolce e pulito che permette di rimanere abbastanza facilmente in mira (anche con grammature pesanti) con la conseguente possibilita’ di doppiare velocente il colpo unita alla garanzia di riarmo anche usando cartucce a bassa potenza come le 24 grammi da Skeet.
Il contro sta nella manutenzione che se trascurata puo’ generare inceppamenti.
Il sistema a presa di gas prevede una canna che presenta all’ interno uno/due forellini atti a spillare una parte dei gas propulsivi della carica di lancio, sfruttandoli principalmente per svincolare l’otturatore dalla canna e per far riarmare l’otturatore.
I gas prelevati entrano in un cilindro (fisso sotto la canna) al cui interno e’ alloggiato un pistone mobile che è a diretto contatto con un tubo libero che avvolge il serbatoio.
Questo pezzo presenta un’astina che e’ collegata alla base mobile dell’otturatore e che ne comanda la chiusura, tramite tassello oscillante posto sull’otturatore stesso.
Il sistema prevede l’uso dei soli gas necessari al funzionamento (adattandosi automaticamente), la restante parte non utilizzata viene espulsa .

IL SEMIAUTOMATICO INERZIALE


Benelli è sinonimo di fucile semiautomatico a funzionamento inerziale o se vogliamo…una delle migliori invenzioni in campo armiero mai realizzate.
Benelli significa anche semplicita’ costruttiva e affidabilita’ totale, il cuore dell’arma risiede nel solo otturatore.
La meccanica sfrutta appieno la potenza della cartuccia, potenza che se blanda non garantisce il corretto ciclo di riarmo.
Tale inconveniente lo rileviamo maggiormente nelle vecchie serie come i 121, l’attuale produzione e’ nettamente migliorata garantendo riami sicuri anche con le 24 grammi, l’ideale sarebbe non scendere al di sotto dei 28 grammi di piombo.
A garanzia di totale affidabilita’ possiamo anche sparare le 28 grammi dal fianco, cioe’ senza imbracciare l’arma.
L’aspetto poco piacevole risiede nel rinculo abbastanza accentuato unito anche ad un deciso impennamento dell’arma con qualche vibrazione, per il resto è affidabilita’ totale con manutenzione ridotta al minimo.
Il funzionamento inerziale si basa su una molla pretarata presente tra testina (rotante nell’attuale produzione) e otturatore, all’atto dello sparo testina e canna sono vincolati e per effetto del rinculo l’otturatore comprime la molla che, distendendosi, svincola la testina dalla canna (dopo che la pressione in essa è scesa a livelli di sicurezza) permettendo il riarmo e l’espulsione del bossolo spento oltre all’incameramento di una nuova munizione.

A cura di BGM



due immagini del sistema a presa di gas Beretta


il sistema a mollone del 48 Al


l'otturatore Benelli.